Tradurre la cosmesi | Le parole della bellezza

Pubblicato il 12 Maggio 2024 alle 0:30 0 Commenti

Tradurre la cosmesi | Le parole della bellezza


Un articolo di Martine Moretti


Creme, rossetti, profumi e ombretti… sembra una formula magica per riempire il cestino di Sephora con uno schiocco di dita, ma è solo l’elenco di una piccolissima parte dei cosmetici più usati di sempre.
D
alla notte dei tempi, la cosmesi affascina e stuzzica, contribuendo a migliorare il nostro aspetto e a farci sentire bene con noi stessi. Ma non lasciamoci abbagliare, perché quello che sembra solo un mondo luccicante e colorato è anche un universo codificato, con convenzioni non scritte e alcuni regolamenti specifici da conoscere (come, per esempio, il Regolamento CE n. 1223/2009). Questo non riguarda solo la produzione dei cosmetici ma anche le scelte comunicative che servono a raccontarli, rendendoli l’oggetto del desiderio di tante persone.


Specchio delle mie brame, qual è il settore più vivace del reame?

Che si parli di profumeria, make-up o skincare, la cosmesi è un ecosistema frizzante, contraddistinto da un gran numero di marchi, come realtà indipendenti medio-piccole, grandi Maison di moda approdate al beauty e/o aziende nate in campo farmaceutico o skincare riunite sotto l’egida di grandi gruppi, tra cui L’Oréal, Estée Lauder Companies o Procter&Gamble

Ça va sans dire: in questa varietà di universi, il traduttore specializzato deve non solo spaziare tra i toni di voce, la terminologia settoriale e le preferenze linguistiche di ciascun brand ma anche rispettare i glossari e le guide di stile del cliente, avvalendosi delle sue conoscenze di cosmetologia, tecniche di make-up, ecc., per scovare calchi, refusi e plastismi.


Dalla formula al claim: conoscere le normative per evitare INCI-denti

Paese che vai, regole che trovi. Spesso quando si parla di beauty, non si pensa all’aspetto normativo, magari perché è più serioso di altri. Eppure la cosmesi e, per estensione, la traduzione in questo settore non possono assolutamente prescindervi. Che si tratti di etichette, claim (le “promesse” che il brand fa ai consumatori con i suoi prodotti) o azioni legate agli ingredienti presenti nell’INCI (International Nomenclature Cosmetics Ingredients), sono numerosi i dettagli che non devono sfuggire al traduttore specializzato. Dimostrare di conoscere l’ecosistema regolamentare e le differenze, per esempio, tra Stati Uniti, Asia ed Europa, mette il professionista in una posizione privilegiata, perché cessa di essere un semplice esecutore e diventa un consulente prezioso per i clienti.


A ogni contesto il suo testo

Per quanto riguarda la varietà di contenuti potenzialmente traducibili, la cosmesi offre un ventaglio di possibilità più ampio di una palette XL di BPerfect.

Pubblicità in spazi retail, su riviste o affissioni, ma anche brochure, pubbliredazionali, comunicati stampa, testi per il digitale, tutorial, applicazioni (IoT, e-commerce, ecc.), descrizioni prodotto o packaging: le cose da tradurre o transcreare in cosmesi non mancano e se abbiamo competenze anche in ambito giuridico/legale possiamo adattare, tra le altre cose, contratti, studi o test d’efficacia, schede tecniche o di sicurezza. È facile, quindi, intuire che le strategie di scrittura cambiano molto in base al segmento, all’azienda, alla tipologia testuale, all’ambiente in cui il testo prenderà forma (stampa o digitale), al messaggio e, naturalmente, al pubblico target. I brand apprezzano molto figure polivalenti ma specializzate, in grado di coniugare la conoscenza del settore e una bella penna per dar vita a una prosa piacevole, chiara e incisiva.


Tono di voce: applicare generosamente a ogni contenuto

La scena beauty è costituita da un gran numero di brand, ciascuno con la sua personalità, la sua essenza e il suo tono di voce. Volendo fare una macro-distinzione, possiamo dire che in un’ipotetica piramide del marketing, partendo dal basso troviamo i brand di mass market e, a salire, il middle market e il luxury market, tutti con caratteristiche distinte. Il settore, però, ha anche dinamiche particolari e non si può generalizzare attribuendo solo a una presunta migliore qualità dei prodotti o all’ampollosità dello stile la differenza tra mercato di massa e di lusso. Sicuramente, due aspetti su cui i luxury brand investono molto sono gli stessi che interessano da vicino noi traduttori, ovvero il marketing e la comunicazione. Il perché si deduce facilmente: li aiuta, tra le altre cose, a raccontare il proprio heritage, a fare storytelling, a consolidare il proprio savoir-faire e ad alimentare il sogno e il desiderio di avere un prodotto esclusivo, unico, come nessun altro in commercio.
Per noi specialisti della parola, saper riprodurre l’anima di un brand è fondamentale specie se si tratta dell’esigente universo del lusso ma, per capire come fare, è necessario avere una solida formazione.


Ultimo ritocchino di cipria e… conclusioni

Lo abbiamo visto anche al corso “Tradurre la cosmesi” della nostra partner STL Formazione: chi traduce in questo ambito non deve né avere doti da make-up artist né essere una persona che ama truccarsi. O, meglio, non necessariamente. Deve, tuttavia, mostrare interesse per il settore, seguirne le evoluzioni e le tendenze – che son tante e spuntano come funghi –, avere voglia di saperne sempre di più: così farà capire al cliente che parla la sua stessa lingua, conosce le sfide che deve affrontare e sa scovare errori anche subdoli nei testi, dimostrandosi un valido supporto per il suo sviluppo internazionale.

Per formarsi, consiglio sia di leggere tanto, dalla comunicazione dei brand in ambiti e sottosegmenti diversi (da haircare a profumeria, da lusso a mass market, per esempio) ai magazine specializzati, come Pambianco Beauty o NEZ, sia di aggiornarsi costantemente, grazie ad associazioni di categoria, come Cosmetica Italia o IFRA. Potete anche procurarvi libri a tema, un buon manuale di cosmetologia o profumeria, guardare tutorial, seguire podcast e/o la nostra formazione dedicata e specialistica in cui spieghiamo tutto perbenino.

A tal proposito, in fondo alla pagina riporto due corsi per chi vuole formarsi nel settore

La difficoltà in cosmesi è rendere appetibile attraverso le parole prodotti intimamente legati ai cinque sensi. Quindi è fondamentale saper creare la giusta prosa: a volte aulica ed evocativa, altre più asciutta e diretta ma sempre accattivante e convincente… senza mai esagerare né fuorviare chi legge. Il nostro compito di traduttori specializzati è sposare lo stile del brand per aiutarlo a comunicare il suo universo in modo avvolgente e inebriante, come un profumo che ci conquista appena lo sentiamo ma che poi riesce anche a rapirci e a farci seguire la sua scia nel tempo.


Credits: la foto dell’articolo è su Canva

E se volete saperne di più…

Per chi già lavora in traduzione per la cosmesi ma vuole approfondire degli argomenti e/o esercitarsi con i laboratori, oppure per chi vuole avvicinarsi al settore e farne una specializzazione, il corso Tradurre la cosmesi, in collaborazione con STL Formazione, è disponibile a questo link.

Per chi, invece, vuole cimentarsi con un sotto segmento specifico, il 22 maggio 2024 parte il laboratorio incentrato su traduzione di cosmesi di lusso e profumeria artistica, curato da Martine Moretti e Sara Radaelli,  in collaborazione con STL Formazione. Dopo un primo appuntamento di introduzione teorica, gli alunni e le alunne si cimenteranno con due laboratori pratici. Per sbirciare il programma, cliccate QUI.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Privacy